FIORINA CAPOZZI
«I titoli di Stato italiani? Li abbiamo venduti sul mercato». Lo confessa Baudouin Prot, numero uno della Bnp Paribas, prima banca di Francia. «Nessuno dei titoli ceduti è stato acquistato dalla Bce». Il direttore generale del gruppo cui fa capo la romana Bnl ha ammesso poi di aver ridimensionato la propria esposizione al nostro Paese tagliando degli 40% le obbligazioni italiane in portafoglio fino a quota 12 miliardi di euro. Una sorte toccata anche ad altri Paesi, come ad esempio la spagna e dettata in parte dalle indicazioni emerse dall’Eba (l’Authority europea) ad alleggerire l’esposizione sui debiti sovrani.Ma anche dalle forti tensioni sui mercati che hanno decimato gli utili della Bnp.Maanche, spiegano fonti del gruppo, La banca di Prot ha infatti archiviato il terzo quarter con profitti netti in calo del 71,6% a 541 milioni. È andata meglio sui novemesi con un utile a 5,2 miliardi in flessione del 16 per cento e con un tier 1 al 30 settembre pari all’11,9 per cento. «Questi risultati sono influenzati dalla svalutazione di titoli greci per 2,3 miliardi di euro pari al 60% dei titoli in portafoglio – ha spiegato Prot – Escluso questo impatto straordinario; il risultato netto sarebbe stato di 1,95miliardi in crescita del 2%». In pratica rispetto agli accordi dello scorso 27 ottobre, che prevedevano lo stralcio del 50% delle obbligazioni greche, alza l’asticella per poi affermare che un default della Grecia sarebbe «spiacevole, ma gestibile». E ha puntato il dito contro il referendum indetto da Atene che rischia di destabilizzare ulteriormente imercati. In una situazione così incerta, Bnp non ha potutro far altro che annunciare a breve un taglio dell’organico che riguarderà l’investment banking e la divisione finanziamenti. Anche se Prot non ha fornito i dettagli sulla ristrutturazione dell’organico. E non è chiaro se l’operazione risanamento toccherà in qualche modo anche Bnl che è riuscita anche in questo terzo trimestre amigliorare nonostante il difficile contesto. La banca guidata da Fabio Gallia ha infatti archiviato il terzo trimestre con un utile ante-imposte da 135 milioni segnando un incremento del 18,4%.Gli impieghi sono saliti a 3,9 miliardi e ilmargine di intermediazione (con il100%del private banking), si è attestato a 780 milioni (+2% su terzo trimestre dell’anno scorso). I depositi, invece, hanno registrato nel periodo un calo del2%a causa della forte concorrenza tariffaria. Ciononostante il gruppo Bnp è andato avanti con gli investimenti che nel terzo quarter hanno portato le spese di gestione di Bnl a crescere dell’1,4% per consentire alla banca di avere altre sei nuove agenzie. Segno insomma che, al di là della crisi dei debiti sovrani, il gruppo d’Oltralpe crede ancora nelle potenzialità del mercato italiano. Del resto Bnl è stata la più grande operazione di acquisizione di Bnp realizzata fuori i confini nazionali con un bliz che taglò fuori gli spagnoli del Bbva. Erano altri tempi: nel 2006 quando le banche viveno una fase di consolidamento e un fermento di M&A. Oggi la parola d’ordone che piace al mercato è ristrutturazione e trasparenza. Non a caso dopo le comunicazioni di ieri il titolo della banca guidata da Prot, in un contesto di euforia legato ai tagli dei tassi d’interesse da parte della Bce, ha registrato un ritorno di fiamma da parte degli investitori (+7,53% in Borsa a Parigi). Ma il futuro è ancora incerto benchè, come precisa un analista francese, i risultati di Bnp siano stati finora sempre nelle attese del mercato. «Il nuovo piano di ristrutturazione del debito greci pesa – hanno concluso dalla banca – ma s’iscrive nel solco della continuità nelle performance dei trimestri precedenti per una banca che, nonostante la crisi, mantiene un elevato livello di solvibilità». Un messaggio chiaro anche per i più diffidenti.